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Casini: fronte comune anti-Berlusconi

Apertura a Fini: "Ci saranno sorprese"

Il leader dell'Udc pronto ad un'alleanza con Pd e Idv in caso di una forzatura del premier per elezioni anticipate Il Pdl: parole sconcertanti, gli elettori moderati boccerebbero un'intesa con Di Pietro

Ciampi: sarebbe da valutare se il premier è pienamente padrone di sé

Debutta il partito di Rutelli

Bertelli contro il premier

L'ad di Prada alla convention Api: "Va cacciato"

Grillo: "L'Italia è come Willy Coyote" Presentazione della lista campana del movimento cinque stelle.

Il comico a Napoli: continuiamo a correre e ci accorgiamo del baratro quando ormai è tardi

2009-12-12

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2009-12-12

Il Pdl: parole sconcertanti, gli elettori moderati boccerebbero un'intesa con Di Pietro

Casini: fronte comune anti-Berlusconi

Apertura a Fini: "Ci saranno sorprese"

Il leader dell'Udc pronto ad un'alleanza con Pd e Idv in caso di una forzatura del premier per elezioni anticipate

Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, e il presidente della Camera, Gianfranco Fini (Lapresse)

Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, e il presidente della Camera, Gianfranco Fini (Lapresse)

ROMA - "Io mi auguro che questa partita non si giochi e che Berlusconi risolva i problemi del Paese. Ma se pensa di utilizzare la questione giudiziaria per trasformare la democrazia in una monarchia, attaccando Napolitano e la Consulta, avrà una risposta dura, netta e univoca. E ci saranno sorprese". Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, prende le distanze dal leader del Pdl e parlando a margine del congresso del Movimento cristiano dei lavoratori, a Roma, rilancia l'idea di un fronte democratico che si opponga al Cavaliere nel caso di una forzatura per il ritorno anticipato alle urne. E in questa coalizione anti-Silvio potrebbe trovare ospitalità anche l'ex leader di An, Gianfranco Fini. Casini non ne parla esplicitamente, ma risponde appunto di "sorprese" ai cronisti che gli fanno domande specifiche sul tema.

NO COMMENT DI FINI - Il diretto interessato dal canto suo, non conferma e non smentisce. "Credo che sia giusto, quando si rappresenta l'Italia all'estero o comunque in un consesso internazionale, astenersi da qualsiasi commento che riguarda la politica italiana" ha detto Gianfranco Fini a margine della riunione dei presidenti dei parlamenti Ue a Stoccolma, liquidando così i giornalisti che gli chiedevano un commento alle parole di Casini.

IL FRONTE ANTI-CAV - A lanciare l'ipotesi di un grande schieramento repubblicano in difesa della democrazia era stato lo stesso Casini dalle pagine della Stampa. Casini aveva anche precisato di essere pronto a fare fronte comune con Pd e Idv: "Innanzitutto dico che uno schieramento repubblicano dovrebbe interpellare le coscienze di tanti parlamentari della Pdl, che non credo possano accettare una deriva di questo tipo - aveva spiegato -. Aggiungo che una divisione del Paese così lacerante sarebbe perniciosa e mi auguro che Berlusconi non segua questa strada. Ma un caso del genere richiederebbe una risposta inedita rispetto a quelle che si sono prefigurate fino ad oggi. Osservo però che minacciare le elezioni anticipate non significa averle".

LE REAZIONI NEL PDL - Immediate le reazioni del centrodestra. Il portavoce del Pdl, Daniele Capezzone, parla di presa di posizione "sconcertante" e si dice convinto che "gli elettori Udc che sono dei moderati punirebbero senza appello una scelta di alleanza anche con Di Pietro e sinistra". Italo Bocchino, vicecapogruppo del Pdl alla Camera eche proviene dalle fila di An, ammette invece che "Casini pone questioni serie" ma che "non c'è all'orizzonte l'ipotesi di un governo alternativo a quello voluto dagli elettori nè avrebbe senso il ricorso al voto anticipato, essendoci una maggioranza ampia che ha un programma elettorale da rispettare". Il ministro per l'attuazione del Programma, Gianfranco Rotondi, ritiene quella di Casini una "ipotesi che non ha alcuna ragion d'essere ed è priva di fondamento" e fa sapere che l'unico motivo per cui Berlusconi potrebbe valutare eventuali dimissioni anticipate sarebbe una sconfitta alle elezioni regionali. E il ministro Ignazio La Russa, che del Pdl è uno dei coordinatori nazionali, aggiunge: "Non credo che possa pensare a una riedizione di quei fallimenti disperati di chi non dice altro che no a Berlusconi. Ci ha già provato Prodi in passato con un segmento più piccolo"

12 dicembre 2009

 

 

 

Debutta il partito di Rutelli

Bertelli contro il premier

L'ad di Prada alla convention Api: "Va cacciato"

PARMA - L’Api di France­sco Rutelli nasce senza lustrini, senza gadget, senza vip da pri­ma fila. Anzi, uno c’è. E quan­do l’imprenditore Patrizio Ber­telli prende la parola dal palco il clima tiepido si scalda di col­po. "A Bonn il nostro premier ci ha messo in una condizione scandalosa di fronte all’opinio­ne pubblica mondiale...".

I mille in platea si spellano le mani e anche Rutelli si scio­glie in un applauso. "Mio figlio — riprende il filo l’ad del grup­po Prada — mi ha chiesto se non è possibile fare l' impeach­ment al premier". E meno male che non voleva parlare di Berlu­sconi e che si era definito "un agnostico" della politica: "Dob­biamo creare le condizioni per buttare fuori questo signore dal Parlamento italiano". Criti­ca come "inammissibili" gli in­centivi alla Fiat. Attacca Bassoli­no per la "vergogna" dei rifiuti a Napoli, causata da "incapaci che ancora governano invece di essere cacciati a calci nel se­dere ". Se la prende con il Pd "che non fa opposizione" e con i parlamentari da salotto: "Ormai la politica si fa a Porta a Porta , Matrix , Ballarò , Otto e mezzo ... " .

Di Fini pensa che stia facen­do "discorsi di buon senso". Di Marrazzo che il problema non è lui, quanto "i 40 mila viados autorizzati a prostituirsi". Ami­co di Rutelli "da una vita", tan­to che l’ex sindaco era sceso dal palco per abbracciarlo, il marito di Miuccia Prada conse­gna agli atti dell’assemblea na­zionale un intervento da disce­sa in campo. Ma lui giura di no, è solo che non ne può più di co­me vanno le cose: "Non mi va di impegnarmi in un partito, non ho queste pretese". Davve­ro non sogna un seggio? "Mam­ma mia!". E l’Api? Le piace il lo­go tricolore? "Terribile".

Rutelli se ne va col sorriso: "C’è un bellissimo clima, sono molto soddisfatto. Avete visto quanta gente? E Bertelli, lo ave­te sentito?". Il sondaggista Pie­poli gli dice che l’Api ha l’1% di bacino reale e il 30% di bacino potenziale, ma lui si mostra cauto: "Aspettiamo. Siamo gen­te umile, noi. Alle Regionali ci saremo in tutta Italia, ma per le alleanze c’è tempo". L’idea è stringere intese locali con l’Udc e anche con il Pd. Aprendo i la­vori Rutelli aveva letto un mes­saggio a Napolitano: "Il più al­to punto di garanzia per tutti gli italiani". In perfetta sinto­nia col Quirinale, tiene fuori la sua nuova creatura dalla "esa­sperazione politica" e si accolla il "dovere imprescindibile" di riportare l’equilibrio delle isti­tuzioni "verso il centro e non verso le estreme".

La scenografia è volutamen­te austera. I soldi sono pochi e il messaggio — indirizzato a piccoli e medi imprenditori, professionisti, giovani partite Iva — è che non vanno spreca­ti. La moglie del leader, Barba­ra Palombelli, è in venticinque­sima fila. Colonna sonora: Me­raviglioso dei Negramaro. Pan­theon: De Gasperi e Barack Obama, Falcone e Borsellino, Coppi e Bartali, Madre Teresa e Giovanni Paolo II. Ma l’Api non sarà "il partito dei cattolici né dei moderati". E l’apertura a Fi­ni? "Perché no, dipende da lui" insiste Rutelli. Sul palco Dellai, Tabacci, Linda Lanzillotta, Cale­aro, Vernetti, Pisicchio, Calga­ro, Mosella, Giuliano da Empo­li, Ubaldi... Un partito di fuoriu­sciti? "No — smentisce Dellai —. È la politica che è fuoriusci­ta dall’Italia". E oggi, da Israe­le, un messaggio di Kadima, il partito che Rutelli sogna di re­plicare con Fini e Casini.

Monica Guerzoni

12 dicembre 2009

 

 

 

 

 

Presentazione della lista campana del movimento cinque stelle

Grillo: "L'Italia è come Willy Coyote"

Il comico a Napoli: continuiamo a correre e ci accorgiamo del baratro quando ormai è tardi

NAPOLI - Beppe Grillo a Napoli presenta la lista campana del "Movimento a cinque stelle" e sceglie un cartoon per descrivere l'Italia di oggi, Willy Coyote. Come il personaggio dei cartoni Warner Bros, continua a correre, ha oltrepassato il precipizio e se ne accorge solo quando ormai la caduta nel baratro è inevitabile. "L'economia italiana è crollata - dice Grillo agli oltre 500 supporter radunati nella Galleria Umberto - e il Paese è in fallimento, ostaggio di una oligarchia di capitalisti di Stato". Ne ha per tutti il comico ligure, da Berlusconi al pd, e si presenta ai microfoni con la battuta: "Buongiorno a tutti sono Spatuzza".

Bersani, per Grillo, è "il leader di un camposanto". Secondo il comico "non è una opposizione normale quella che non va a votare per opporsi allo scudo fiscale". Poi l'invito a liberarsi di quelle che definisce "zecche di stato", parlamentari giunti alla settima legislatura. L'unico a restare immune dagli strali di Grillo è Antonio Di Pietro. "È una persona integerrima - dice - ed è l'unico che fa opposizione sulla sua pelle". E conclude: "Le soluzioni non possono venire da chi ha creato il problema ma nascono dalla Rete, da cittadini consapevoli e attivi, animati dalla voglia di cambiare il Paese".

 

12 dicembre 2009

 

 

REPUBBLICA

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2009-12-12

Rutelli: "Ipotesi futuribile. Con l'Udc vogliamo incontrarci per costruire alleanza solida"

I ministri Scajola e Matteoli parlano invece di "improbabili ammucchiate"

Casini: "Fronte contro Berlusconi

Fini? Ci saranno sorprese"

Il presidente della Camera non commenta: "All'estero non parlo di cose italiane"

Apprezzamento da Bersani: "Una conferma importante in vista di un'alternativa di governo"

Casini: "Fronte contro Berlusconi Fini? Ci saranno sorprese"

Il leader dell'Udc Casini con il presidente della Camera Fini

ROMA - Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini, parlando a margine dell'XI congresso nazionale del Movimento cristiano lavoratori, rilancia l'idea di un fronte democratico che si opponga a Silvio Berlusconi nel caso in cui il Cavaliere voglia tornare alle urne. Ai cronisti che gli chiedono se in una circostanza di questo genere anche Gianfranco Fini "sarà della partita", Casini replica: "Mi auguro che questa partita non si giochi e che Berlusconi risolva i problemi del Paese. Ma se pensa di utilizzare la questione giudiziaria per trasformare la democrazia in una monarchia, attaccando Napolitano e la Consulta, avrà una risposta dura, netta e univoca. E ci saranno sorprese". Il presidente della Camera non commenta: "All'estero non parlo di cose italiane".

Rutelli: "Sì a fronte comune". Si esprime favorevolmente Francesco Rutelli: "L'ipotesi di Casini, di fare un fronte comune anti-Berlusconi in caso di elezioni anticipate, mi pare troppo futuribile per parlarne oggi. Con Casini e con l'Udc vogliamo incontrarci e fare una cosa forte, solida, che raccolga consensi e dia spazio a una nuova soluzione alla paralisi di un bipolarismo dominato dalle estreme".

Bersani: "Da Casini una conferma importante". Mostra interesse anche il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, che giudica le parole di Casini "una conferma importante". "Ho sempre pensato che sul tema di un rafforzamento del sistema parlamentare contro la deriva populista a cui vuol portarci Berlusconi ci sia la possibilità di un nuovo schieramento molto ampio - osserva Bersani - che può diventare via via un'alternativa positiva di governo. Credo che le parole di Casini abbiano un significato molto serio".

Scajola e Matteoli: "Improbabili ammucchiate". Decisamente scettico il ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola. Che sottolinea l'esistenza di "un governo solido che va avanti, che ha la maggioranza degli italiani e vuole premiare chi ha progetti concreti con possibilità di attuazione, un governo dove ci sono insieme non ammucchiate, ma programmi corerenti". Usa il termine "ammucchiate" anche il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli: "Le elezioni anticipate sarebbero un errore e un danno gravissimo per il Paese che prova ad uscire dalla crisi. Nessuno le vuole, ma non si possono accettare ricatti, neppure da chi per sbarazzarsi di Berlusconi propone improbabili ammucchiate tenute insieme solo dall'odio, e che sono state già sconfitte dagli elettori".

La Russa: "Una soluzione che porta solo danni". Dello stesso tenore il commento del ministro della Difesa Ignazio La Russa: "Per noi sarebbe una pacchia. Da una parte ci sarebbe chi ha a cuore l'interesse del Paese, dall'altra un'ammucchiata, con un antiberlusconismo peggiorato rispetto a quello di Prodi". Secondo il coordinatore del Pdl, questo tipo di soluzione politica ha già portato "alla scomparsa di Prodi e a quella della sinistra radicale dal Parlamento, con gravi danni al Paese in un momento in cui l'economia andava benissimo". Il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto mette in guardia Casini: "La nostra linea è quella di lavorare per il termine naturale della legislatura rilnciando l'economia, realizzando una grande riforma istituzionale e della giustizia e respingendo quell'uso politico della giustizia che è la vera causa dell'acutizzazione dello scontro politico".

Giovanardi, da Casini un "tradimento". Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Carlo Giovanardi, tra i fondatori dell'Udc poi passato nel Pdl, accusa Casini di "tradimento": "Con l'appello al Pd e ad Antonio di Pietro, Casini ha portato a termine il totale tradimento dell'atto costitutivo dell'Udc nel centrodestra, confermato nell'ultimo congresso celebrato nel 2007".

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Rutelli: "Diverremo primo partito

insieme a Casini e ai delusi"

All'auditorium Paganini si conclude la prima assemblea del nuovo movimento. L'ex sindaco di Roma nel suo intervento corteggia l'Udc, ma considera futuribile l'ipotesi di una alleanza con Pd e Idv

di Raffaele Castagno

"Un nuovo polo che nel giro di alcuni anni diventi la prima forza politica italiana, mettendo insieme tutte quelle forze, a cominciare dall’Udc di Pierferdinando Casini, che condividono le nostre idee e i nostri valori". Si congeda così Francesco Rutelli dalla convention all’auditorium Paganini di Parma, che ha tenuto a battesimo il suo nuovo movimento politico "Alleanza per l’Italia". Lunghi applausi e calorose strette di mano dopo la mattinata di lavoro, per un incontro che si è svolto all'insegna dell'entusiasmo e della speranza. "Si respira un'aria nuova" tra i commenti più ricorrenti dei delegati giunti numerosi nella città ducale.

Una nuova forza politica che si faccia maggioranza nel paese per superare "questo bipolarismo malato dominato da posizione estreme" ha detto l’ex sindaco di Roma, riprendendo alcuni dei temi già affrontati nel primo intervento di venerdì. Dopo le aperture " tiepide" a Fini, il leader del nuovo movimento si dimostra pronto a stringere un’alleanza antiberlusconi con Casini, con il quale Rutelli vuole ricostruire "su nuovi presupposti la democrazia dell’a lternanza".

Un’apertura che il leader dell'Api vuole allargare anche a quelli che chiama "delusi di destra e di sinistra", per porre fine all’e gemonia berlusconiana, che non potrà risolversi, spiega nel suo intervento, tra non pochi applausi, "con il bombardamento giudiziario o con una piazza che faccia proprie le parole di un pluriassassino" riferendosi alle dichiarazioni del pentito di mafia Spatuzza.

Sulle prossime mosse elettorali in vista delle regionali Rutelli non si sbilancia. In pratica si deciderà, secondo quanto già emerso venerdì, regione per regione. Una parola definitiva al riguardo dovrebbe arrivare dal nuovo incontro dell’Api fissato a Napoli per il 30 gennaio. "Non abbiamo fretta - ha detto – presenteremo il nostro simbolo dove siamo forti, sperimentando altrove alleanze territoriali che permettano di percorrere strade nuove".

 

Tabacci. "Le anime in pena sono molte, non soltano Gianfranco Fini". La pensa così Bruno Tabacci nel suo intervento alla convention di Alleanza per l’Italia. Tabacci ribadisce la necessità di avere una forza politica plurale e democratica: " Voglio un partito dove il leader possa essere messo in discussione e anche in minoranza. Serve una laedership riconosciuta non subita" ha detto.

L’ex Udc non ha risparmiato attacchi a Silvio Berlusconi, polemizzando in particolare sulle dichiarazioni nelle quali il premier afferma di essere stato eletto dal popolo: "Una bugia - dice Tabacci – perché siamo ancora uno stato parlamentare". Critiche anche sulla vicinanza tra il presidente del Consiglio e Putin: "Le scorribande sull’energia non sembrano animate da un interesse generale, ma particolare". Tabacci ha quindi delineato il compito che spetta all’Api: "Portare a compimento il disegno di sgretolamento del sistema bipolare e il leaderismo proprio dei grandi partiti e dei partiti piccoli''.

Bersani. Da Fiorenzuola il segretario del Pd Pierluigi Bersani ha fatto degli auguri, vagamente ironici, al nuovo movimento di Rutelli: "Non voglio polemizzare - ha detto - gli auguro davvero di fare un partito di cui stavolta sia convinto".

Bertelli contro Berlusconi. Nel primo giorno della convention il presidente di Prada Patrizio Bertelli si è reso protagonista di un intervento dai toni forti, parlando sia della situazione dell'Italia che del premier Silvio Berlusconi, accusato di "aver messo il paese in condizioni scandalose davanti all'opinione pubblica mondiale" dopo la sortita al Congresso europeo del Ppe a Bonn. Il proprietario di Prada ha quindi invocato la necessità di avere nella costituzione una "procedura di impeachment contro il presidente del Consiglio". Tra gli applausi ha concluso affermando che "bisogna buttare fuori questo signore dal Parlamento". Analoghe ovazioni per le sue sortite sul sistema Italia, dalla spazzatura di Napoli, con "i politici da prendere a calci nel sedere" fino alla questione Malpensa: "Impossibile fare turismo se si discute ancora di avere o meno voli intercontinentali verso Pechino" ha detto. Stoccata anche su Fiat: "Inammissibile continuare a finanziarla" ha tuonato dalla tribuna.

(12 dicembre 2009)

 

 

Firmati 3 accordi con la delegazione vietnamita, poi una visita all'Osteria della Pesa

dove il leader comunista fece per qualche tempo il cameriere

Berlusconi al ristorante dove lavorò lo "zio Ho"

Domani improbabile un "predellino 2"

Secondo La Russa il premier si limiterà a consegnare la tessera alla Moratti

e a ratificare la ricandidatura del governatore lombardo Formigoni

Berlusconi al ristorante dove lavorò lo "zio Ho" Domani improbabile un "predellino 2"

Berlusconi con il presidente vietnamita Nguyen Minh Triet

MILANO - Prima l'incontro in Prefettura a Milano con il presidente vietnamita Nguyen Minh Triet per la sigla di 3 accordi sul turismo, la ricerca e lo sviluppo. Poi la visita a Villa Gernetto a Lesmo, sede dell'Università liberale che il premier sta realizzando e infine anche il fuoriprogramma. Abbandonando il protocollo, il Cavaliere ha infatti accompagnato il leader vietnamita all'Osteria della Pesa, la storica locanda dove negli anni '30 Ho Chi Minh ha lavorato come cameriere.

'Zio Hò', come i vietnamiti chiamano ancora oggi il vecchio presidente che combattè per la liberazione del suo paese, all'Osteria della Pesa era uno di casa. Oltre ad esserci una stanza completamente a lui dedicata, negli anni novanta il Comune fece appendere sopra l'ingresso una targa che recita: "Questa casa fu frequentata dal presidente Ho Chi Minh durante le sue missioni internazionali negli anni trenta in difesa delle libertà dei popoli". Secondo alcuni poi, il premier e il suo ospite si sarebbero dovuti fermare per pranzo. Niente da fare però. Berlusconi ha infatti preferito ricevere il presidente vietnamita a Villa San Martino, ad Arcore.

Intanto, diplomazia a parte, Berlusconi si prepara per la manifestazione del Pdl prevista per domani in Piazza San Babila a Milano. Un nuovo "discorso del predellino" annunciano secondo alcune indiscrezioni. Ma a raffreddare l'attesa ci ha pensato Ignazio La Russa: "Non credo che sarà un predellino due. Domani consegneremo la tessera del Pdl al sindaco di Milano Letizia Moratti e Berlusconi annuncerà la ricandidatura di Formigoni alla presidenza della Lombardia. E' un appuntamento previsto da 15 giorni, al quale Berlusconi ha già dato la disponibilità".

(12 dicembre 2009) Tutti gli articoli di politica

 

 

 

 

 

L'UNITA'

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2009-12-12

Casini: "Un fronte anti Berlusconi. Fini? Ci saranno sorprese". E il Pd apprezza

Pier Ferdinando Casini lancia il guanto di sfida a Silvio Berlusconi: se il premier scegliesse di andare al voto anticipato, potrebbe trovarsi davanti uno schieramento unico dell'opposizione in difesa della democrazia.

"Se Berlusconi pensa di trasformare la democrazia italiana in una una monarchia, attaccando Napolitano e la Consulta, avrà risposte dure, nette, univoche e ci saranno sorprese", ha detto il leader dell'Udc a margine dell'assemblea del Movimento cristiano dei lavoratori, in corso a Roma.

Ufficialmente l'appello a unire le forze è rivolto a Pd e Idv, ma inevitabile che il pensiero corra anche a Gianfranco Fini dopo la durissima polemica degli ultimi tempi con il presidente del Consiglio. "Io mi auguro che questa partita non si giochi e che Berlusconi risolva i problemi del Paese, ma se pensa di utilizzare la questione giudiziaria per trasformare la nostra democrazia, avrà delle sorprese", ha risposto sibillino Casini a una domanda sul possIbile coinvolgimento di Fini nello schieramento.

Dal canto suo, il presidente della Camera non è voluto entrare nella questione, ma non ha rinunciato a una nuova frecciata polemica a Berlusconi. "Credo che sia giusto, quando si rappresenta l'Italia all'estero o comunque in un consesso internazionale, astenersi da qualsiasi commento che riguarda la politica italiana", ha detto da Stoccolma.

Molti i commenti sul ballon d'essai lanciato da Casini. "Io non ci credo, non credo che Casini ceda all'antiberlusconismo di maniera", ha detto il ministro della Difesa, Ignazio La Russa. Per Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, quella dell'ex presidente della Camera è "una sortita sconcertante e grave". Non vede spazi di manovra Claudio Scajola: "C'è un governo solido che va avanti e che ha la maggioranza degli italiani", ha assicurato il ministro per lo Sviluppo economico.

E dal fronte della sinistra arrivano le prime aperture. "Siamo d'accordo per uno schieramento che metta insieme tutte le forze anti Berlusconi ma a patto che si faccia una legge elettorale che riporti il Paese al proporzionale", ha detto Paolo Ferrero.

Nel pomeriggio Bersani e Franceschini hanno commentato positivamente le parole di Casini.

12 dicembre 2009

 

 

Rutelli e i padri nobili: omaggi al Colle, inviti a Fini e Casini

di Federica Fantozzitutti gli articoli dell'autore

"A Bonn Berlusconi ci ha messo in una condizione scandalosa di fronte all’opinione pubblica mondiale. È evidente il disagio di tutti perché l’opposizione non fa opposizione". Rutelli, giacca di tweed verde oliva, si agita sulla sedia. Sul palco a spicchio d’arancia dell’Auditorium di Parma, c’è Patrizio Bertelli, amico di lunga data e ospite d’onore: il signor Prada, amministratore delegato di un gruppo imprenditoriale con 7mila dipendenti. E spara a zero: "Mio figlio miha chiesto: non c’è nella Costituzione uno strumento per l’impeachement del premier? È questa la domanda. Dobbiamo creare le condizioni per portare questo signore fuori dal Parlamento italiano. Non è un problema di destra o di sinistra. Questo non deve essere l’unico movimento, se ne creino altri e si aggreghino". Paroleun po’ eterodosse rispetto all’idea fondante di superare un quindicennio di "lacerazioni",madagli oltre mille in sala – amministratori locali, osservatori, politici – scatta l’applauso. E’ il varo di Alleanza per l’Italia, la formazione centrista di Rutelli, Tabacci, Dellai, Linda Lanzillotta. Per Piepoli, presente, vale l’1% reale maha un bacino potenziale del 30%.Non un altro partitino ma, appunto - scrive l’ex sindaco di Roma in un messaggio al Quirinale - "una larga aggregazione per uscire da una contrapposizione improduttiva" tornando al confronto politico "su serie basi etiche". Per Napolitano parole di stima: "È la più alta garanzia per gli italiani". E il Colle apprezza. E chissà quanto apprezza l’altra carica istituzionale evocata in sala, quel Gianfranco Fini che molti vorrebbero da queste parti: "Perchè no? Ma dipende da lui..." sorride Rutelli, certo che l'approdo di Fini nel suo movimento farebbe davvero nascere quella Kadima all’italiana che il fondatore di Api ammette di sognare (e il partito Nazionale israeliano oggi sarà qui, a portare il saluto).

Due giorni di convention nella Parma dell’ex sindaco Elvio Ubaldi, fu sinistra Dc comeTabacci, padrone di casa. Assemblea nazionale, ospiti internazionali come l’ex premier belga Verhofstadt ora presidente dell’Alde e Bayrou. Politicamente una strizzata d’occhio anche a Casini, e molta attenzione alle Regionali. Ma Api punta a essere in campo a già a marzo ovunque, in forme diverse: da liste civiche ad alleanze a tutto campo, centrodestra escluso. "Siamo un partito a base federativa. È un passaggio che non possiamo saltare" sintetizza il presidente della Provincia di Trento Dellai. L’ex ministro Lanzillotta ribadisce l’attenzione al nord, "al popolo del lavoro autonomo,delle piccole e medieimprese, delle Partite Iva". "Ci presenteremo in ogni Regione – annuncia Pino Pisicchio – e penso a "Alleanza per la Puglia" e così via. Del resto, un partito federale si misura nel rapporto con il territorio".

12 dicembre 2009

 

 

 

Bersani apprezza: "Parole serie, serve alternativa vera"

La presa di posizione di Pier Ferdinando Casini è piaciuta a Pier Luigi Bersani. "Le parole di Casini sono una conferma importante - ha detto il segretario del Pd rispondendo ai giornalisti a Fiorenzuola - Ho sempre pensato che sul tema del rafforzamento del sistema parlamentare contro la deriva populista a cui vuol portarci Berlusconi c'e la possibilità di uno schieramento molto ampio che può diventare via via una alternativa positiva di governo. Credo che le parole di Casini abbiano un significato molto serio".

È possibile un'alleanza?, hanno chiesto i cronisti. Altrochè, può esistere sì. Io ho lanciato una proposta di convergenza di lavoro comune sui tempi della democrazia e sulla crisi economica a tutte le forze che oggi sono all'opposizione in Parlamento e mi interessa anche con le forze che sono fuori trovare degli elementi di dialogo e convergenza. Perchè il grande campo dell'opposizione del centrosinistra è potenzialmente molto forte ma anche molto disgregato. E lì bisogna lavorarci sul serio".

Bersani ha partlato in una delle 1200 manifestazioni organizzate dal pd sui temi economici e politici: milleduecento piazze "per metterci all'altezza dei problemi degli italiani, compresi quelli italiani che hanno votato Berlusconi". Il leader descrive così l'ultima

iniziativa del suo partito, in un incontro pubblico a Fiorenzuola d'Arda. Manifestazioni "per parlare di questione democratica e

questione sociale, di lavoro, famiglie, redditi. E per dire - sottolinea - che queste picconate al nostro sistema non portano a

niente, ci fanno solo deragliare".

"Dobbiamo fare le riforme - conclude Bersani - ma non le riforme per un uomo solo". Riguardo le possibili novità che il premier

potrebbe lanciare domani da piazza Duomo, dove è atteso per un incontro organizzato dal Pdl, il leader democratico si limita a

dire: "Non vorrei fare pronostici, ci basta il Berlusconi di ieri".

Sulla stessa linea le parole di Dario Franceschini: "Se Silvio Berlusconi giocherà la carta dello 'strappò per andare a nuove elezioni, saremo di fronte a una emergenza democratica, e organizzeremo una specie di nuovo Comitato di Liberazione Nazionale per difendere la Costituzione e la democrazia". Lo ha detto l'ex segretario del Pd partecipando nel centro storico all'iniziativa 'Mille Piazze per l'Alternativà, organizzata dai democratici.

"Bisogna distinguere - ha detto il capogruppo del Pd alla Camera - tra una situazione normale in cui si va alle urne con

alleanze coese che si confrontano per la guida del Paese; altra cosa è trovarsi di fronte a una emergenza democratica. Per

questo condivido l'analisi fatta oggi in una intervista a La Stampa da Pier Ferdinando Casini: se ci fosse uno strappo di

Berlusconi e il tentativo di utilizzare l'arma delle elezioni anticipate per alterare le regole istituzionali, questo Paese dovrebbe rispondere come in una situazione di emergenza, mettendo in campo tutte le forze possibili per difendere la costituzione e la democrazia e mettere in piedi una specie di nuovo Comitato di Liberazione Nazionale".

12 dicembre 2009

 

 

Berlusconi non si ferma: "La vittima sono io. La Costituzione è vecchia"

Il presidente del consiglio non si ferma e si scaglia nuovamente contro la Corte Costituzionale e il presidente Napolitano, il giorno dopo l'intervento al congresso del Ppe a Bonn.

Proprio al Presidente della Repubblica – che aveva parlato di "attacchi violenti" - è rivolta la risposta del Cavaliere: "Semmai sono io a subirli, Napolitano pensi all'uso politico della giustizia contrario alla democrazia e alla libertà". Niente elezioni anticipate - "Non ci ho mai pensato" - e rilancio della modifica della Costituzione, che "è vecchia" e si può cambiare anche da soli. "Quando leggo le parole del capo dell'opposizione mi cadono le braccia. Le modifiche le porteremo avanti comunque". Insomma, un perseguitato: "Avete visto quante me ne hanno dette: dal presidente della Camera al presidente della Repubblica al presidente del Pd. Ce l'hanno tutti con me".

Il presidente della Camera Gianfranco Fini però non perde l'occasione di bacchettare nuovamente Berlusconi, ricordandogli che "nel capo dello Stato si riconoscono tutti gli italiani" e che "in politica ci si scontra ma si rispetta l'arbitro e si rispettano le regole. Nella politica servono valori condivisi e la parola avversaria è tipica del gergo sportivo. Come in Milan-Inter o Roma-Lazio ci si scontra ma si rispettano l'arbitro e le regole del campionato".

Il capo dello stato è tornato sull'argomento in un messaggio inviato all'assemblea fondativa di Alleanza per l'Italia, il nuovo partito di Rutelli e Tabacci: "Apprezzo l'intendimento espresso di contribuire a far uscire il Paese da una contrapposizione politica esasperata, promuovendo - attraverso l'aggregazione con altre forze ed evitando ulteriori frammentazioni del sistema politico - una più ampia partecipazione dei cittadini ed in particolare dei giovani alla vita politica ed un costruttivo confronto nelle istituzioni saldamente ancorato 'a serie basi etiche e precisi obiettivi programmatici".

11 dicembre 2009

 

 

 

 

 

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2009-12-12

Casini apre a fronte anti-premier

Pdl: una strategia fallimentare

12 dicembre 2009

Berlusconi: Napolitano intervenga sulla giustizia

PILLOLA POLITICA / Lo scontro istituzionale e le riforme in salita (di Mariolina Sesto)

VISTI DA LONTANO / Berlusconi, l'indignazione dell'Italia e "le palle" del premier (di Elysa Fazzino)

Al processo Dell'Utri i boss smentiscono Spatuzza

Ciampi: valutare se il premier è padrone di sé

"Dai nostri archivi"

Berlusconi e Fini: "Subito elezioni". Ma Casini frena

Berlusconi: Napolitano intervenga sulla giustizia

I sondaggi preoccupano il premier

Bossi isolato su Tettamanzi e l'immigrazione spacca il Pdl

Guerra aperta tra finiani e "falchi" del Pdl, sullo sfondo il voto anticipato

Il leader dell'Udc ha detto: "Se Berlusconi vuole fare diversivi avrà una risposta dura, se vuole governare avrà collaborazione". E ha anche aperto a Fini, che però non ha voluto commentare

Silvio Berlusconi non è Belzebù e va rispettato "perché ha avuto il voto della maggioranza degli italiani". E quindi "deve poter governare". Ma avrá una risposta dura se "pensasse di usare i suoi guai giudiziari per andare alle elezioni". "Mi auguro che questo epilogo con ci sia. Se Berlusconi vuole fare diversivi avrá una risposta dura, se vuole governare avrá collaborazione". Solo le considerazioni di Pierfendinando Casini, di oggi. Di fronte alle domande dei giornalisti che, in due diverse occasioni, gli hanno chiesto se poi anche se il presidente della Camera potesse avere un ruolo in questo fronte, Casini ha risposto: "Non vi preoccupate, ci saranno sorprese".

Gianfranco Fini, dal canto suo, non ha commentato le parole del leader dell'Udc che lo ha chiamato in causa. A margine della conferenza straordinaria dei presidenti dei Parlamenti dell'Unione europea, la terza carica dello Stato si è limitata a osservare: "Credo sia giusto, quando si rappresenta l'Italia all'estero o comunque in contesti internazionali, astenersi da qualsiasi commento su questioni di politica italiana".

 

Dal canto suo Franceso Rutelli, che con la sua Api è uno dei possibili alleati di centro di Casini, ha così commentato: "L'ipotesi di Casini? Mi pare troppo futuribile per parlarne oggi". "Con Casini e con l'Udc - ha detto Rutelli - noi vogliamo incontrarci e fare una cosa forte e solida, che raccolga consensi e dia spazio a una nuova soluzione alla paralisi di un bipolarismo dominato dalle estreme".

Alle dichiarazioni di Casini ha replicato, poi, il ministro della Difesa e coordinatore del Pdl Ignazio La Russa che non crede all'ipotesi di un fronte elettorale anti-Berlusconi che comprenda l'Udc, il Pd e l'Idv, prospettato dal leader dell'Udc. "Conosco Casini e non posso credere che ceda ad un antiberlusconismo di maniera che ha reso invivibile la vita all'interno del Pd, tanto che Rutelli è uscito", ha detto La Russa a Milano. "Non credo che possa pensare a una riedizione di quei fallimenti disperati di chi non dice altro che no a Berlusconi. Ci ha già provato Prodi in passato, con un segmento più piccolo". "È una politica che ritorna all'antiberlusconismo esasperato - gli fa da eco vicepresidente della Camera, Maurizio Lupi (Pdl) -, ed è una dichiarazione che ci preoccupa molto". "Dove è finita l'idea del bene comune e del servizio ai cittadini - si è chiesto Lupi -. Ci preoccupa l'idea di ritornare a coalizioni che si formano sul solo presupposto dell'antiberlusconismo. Sarebbe la strada sbagliata per Casini e i suoi elettori. Credo che il luogo naturale dell'Udc sia nel rapporto con il Pdl e con il Ppe".

12 dicembre 2009

 

 

 

 

Berlusconi: Napolitano intervenga sulla giustizia

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11 dicembre 2009

Silvio Berlusconi (Infophoto)

PILLOLA POLITICA / Lo scontro istituzionale e le riforme in salita

di Mariolina Sesto

VISTI DA LONTANO / Berlusconi, l'indignazione dell'Italia e "le palle" del premier

di Elysa Fazzino

Al processo Dell'Utri i boss smentiscono Spatuzza

Berlusconi contro la Consulta Napolitano: "Violento attacco"

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"Dai nostri archivi"

Lo scontro istituzionale e le riforme in salita

Berlusconi attacca il "partito dei giudici", l'attendismo di Fini

Casini apre a fronte anti-premier Pdl: una strategia fallimentare

Berlusconi e la "priorità alla giustizia": ipoteca sulle riforme bipartisan

Fini-Berlusconi: verso lo show down su giustizia e leadership Pdl

Berlusconi non demorde, anzi rilancia. Dopo le parole di ieri con l'attacco frontale alla Corte costituzionale, accusata di far politica - censurate da una nota ufficiale del Quirinale - il premier da Bruxelles invita il presidente dela Repubblica Giorgio Napolitano a manifestare le stesse preoccupazioni"per l'uso politico della giustizia che è contro la democrazia e la libertà".

La violenza è nei miei confronti. Al termine del vertice dei capi di stato e di governo dell'Ue , Berlusconi replica così a una domanda sulla reazione del presidente della Repubblica. Al capo dello stato, che aveva denunciato gli "attacchi violenti" del premier contro organismi istituzionali, il cavaliere replica: "Tutti hanno chiarissima questa situazione. C'è una situazione di violenza solo nei miei confronti". Il clima negativo, afferma il Cavaliere, "non dipende da noi: sono qui a lavorare ogni giorno con serenità, grande passione e concretezza. Sono gli altri che attaccano e discreditano".

I pentiti: siamo alle comiche. E a riguardo esprime un giudizio, tranciante, su quanto avvenuto al processo dell'Utri dopo la smentita da parte di Filippo Graviano delle affermazioni di Gaspare Spatuzza che lo tiravano in ballo come mandante delle stragi di mafia: "Qui siamo alle comiche, ma come si fa", ha detto, ridendo.

Tremonti candidato alla guida dell'Eurogruppo. Il premier ha poi affermato che "c'è ancora del tempo davanti" per l'indicazione del nuovo presidente dell'Eurogruppo, che andrà a sostituire l'attuale numero uno, Jean-Claude Juncker, il cui mandato scade a fine 2010, assicurando che il ministro dell'Economia Giulio Tremonti è "naturalmente il nostro candidato".

Niente elezioni anticipate. "Lo dico con chiarezza. Mai pensato nemmeno una volta alle elezioni anticipate". Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al termine dei lavori del Consiglio europeo, risponde ai giornalisti che gli chiedono se l'attuale delicata situazione politica possa portare gli italiani nuovamente alle urne. Berlusconi, con un tono di voce perentorio tipico di chi non ammette repliche, assicura che "il governo porterà a termine la legislatura secondo quanto chiesto dagli italiani".

Ce l'hanno tutti con me. La notte scorsa Berlusconi a Bruxelles ha partecipato alla festa organizzata in suo onore dai giovani italiani del Ppe. "Ce l'hanno tutti con me", aveva commentato parlando con i giovani che gli chiedevano delle contestate dichiarazioni rilasciate a Bonn contro la Magistratura. "Me ne hanno dette di tutti i colori, dal Presidente della Camera, al Presidente della Repubblica, al capogruppo del Pd alla Camera". Fra una foto e l'altra, Berlusconi ha anche definito "teatrali" le accuse di Michele Santoro durante la puntata di Annozero, come gli sono state riferite dal portavoce Paolo Bonaiuti. Infine, secondo quanto riferito dai partecipanti alla festa, il premier ha parlato delle elezioni regionali in Campania dicendo che sarà scelto "un candidato esterno alla politica".

Di Pietro: vada a casa. "Berlusconi pensa che dopo aver vinto le elezioni tutto sia cosa sua e pensa di poter fare come gli pare. È bene che vada a casa. Fini è il presidente della Camera e sta intervenendo bene. Gliene siamo grati. C'è un clima da scontro di piazza. Il Governo è sordo alle richieste dei cittadini e se non si assume responsabilità ci potrebbe scappare l'azione violenta". Lo ha detto Antonio di Pietro, leader dell'Idv, a margine del corteo che si sta svolgendo a Roma per lo sciopero degli statali e del precariato nella scuola.

Berlusconi: "Gli aiuti dell'Italia per clima e sviluppo". L'Italia contribuirà con 200 milioni l'anno per tre anni al Fondo per i paesi in via di sviluppo messo in piedi dall'Ue a sostegno della lotta ai cambiamenti climatici. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, parlando di contributo "generoso", al termine del Consiglio Europeo.

11 dicembre 2009

 

 

 

 

Lo scontro istituzionale e le riforme in salita

di Mariolina Sesto

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11 dicembre 2009

"Dai nostri archivi"

Berlusconi: Napolitano intervenga sulla giustizia

Berlusconi, l'indignazione dell'Italia e "le palle"

I giudici della Consulta: "Obama non si sarebbe permesso"

Berlusconi contro la Consulta Napolitano: "Violento attacco"

La campagna elettorale senza fine

 

Le preoccupazioni di Napolitano? "In realtà ci dovrebbero essere per l'uso politico della giustizia contrario alla democrazia e alla libertà". Gli attacchi violenti? "Sono io a subirli. Se c'è qualcuno di non violento, questo è il presidente del Consiglio eletto praticamente direttamente da tutti gli italiani: eppure viene attaccato e insultato, di lui si dicono cose assurde, si fanno trasmissioni incredibili, anche sulla tv pubblica". La dura controreplica di Silvio Berlusconi a Giorgio Napolitano – che ieri aveva definito le dichiarazioni del premier contro la Consulta e i giudici "un violento attacco contro la Costituzione" – misura subito la temperatura altissima di una nuova giornata di passione per le più alte istituzioni del Paese.

"Non ho mai pensato una volta a elezioni anticipate" fa inoltre sapere Berlusconi da Bruxelles, dove ha partecipato a un vertice Ue. Una rassicurazione che però non toglie la sensazione di vivere in una campagna elettorale perenne.

Il presidente del Consiglio si sente vittima dei magistrati, della Consulta e della Rai. E non perde occasione, anche all'estero, per esprimere il suo disagio anche a costo di criticare aspramente le altre istituzioni. Un modus operandi non condiviso dal cofondatore del Pdl, nonché presidente della Camera Gianfranco Fini. Che, a sua volta, non lesina commenti quotidiani in difesa di Colle, Consulta e giudici. "Nel capo dello Stato si devono riconoscere tutti gli italiani" ha ripetuto anche ieri il numero uno di Montecitorio.

Fino a quando potrà andare avanti questa polifonia? Entro certi limiti si può certo parlare di normale dialettica interna al più grande partito italiano. Ma adesso al centro dello scontro sono finiti gli organismi di garanzia, i più alti rappresentanti del paese. "Usciamo da una contrapposizione esasperata" è l'ennesimo appello di Giorgio Napolitano. Ma intanto i toni esagitati hanno già allontanato quelle riforme sulle quali era stato faticosamente avviato un dialogo, per quanto irto di incognite.

11 dicembre 2009

 

 

 

Berlusconi, l'indignazione dell'Italia e "le palle"

di Elysa Fazzino

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11 dicembre 2009

(LaPresse)

Fini: "Tutti si riconoscano nel capo dello Stato"

Berlusconi: "Mai pensato a elezioni anticipate"

Berlusconi contro la Consulta Napolitano: "Violento attacco"

I giudici della Consulta: "Obama non si sarebbe permesso"

Ciampi: sarebbe da valutare se il premier è pienamente padrone di sé

"Dai nostri archivi"

I giudici della Consulta: "Obama non si sarebbe permesso"

Gaetano Quagliariello (PDL): "Berlusconi difende il suo diritto a governare"

Berlusconi: Napolitano intervenga sulla giustizia

Berlusconi contro la Consulta Napolitano: "Violento attacco"

La campagna elettorale senza fine

L'indignazione, la preoccupazione, ma anche "le palle" del premier: le parole pronunciate a Bonn da Silvio Berlusconi hanno un pubblico davvero internazionale. Se ne parla tra l'altro in Francia, in Spagna e negli Stati Uniti, anche se questa volta il nuovo caso italiano non ha conquistato le homepage dei siti web.

Sui siti francesi l'attenzione è puntata sul caso politico. "Indignazione dopo un attacco di Berlusconi contro i giudici", titola Les Echos nel riportare un lancio Afp. La notizia riferisce che al congresso del Ppe Berlusconi si è presentato come vittima di una campagna della magistratura italiana. Le dichiarazioni del Primo ministro hanno suscitato la "viva indignazione del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha diffuso un comunicato ufficiale nel quale le qualifica come "un violento attacco contro istituzioni fondamentali di garanzia" dei diritti da "un'importante tribuna internazionale". Il presidente della Camera Gianfranco Fini, "alleato recalcitrante" di Berlusconi, ancora una volta ha preso le distanze dal capo del suo partito. Il capo del Pd, Pier Luigi Bersani, "generalmente prudente", è insorto contro le "affermazioni gravissime che faranno il giro d'Europa e drammatizzeranno ancora di più il caso Italia".

"Fini e Napolitano indignati per un discorso di Berlusconi a Bonn", si legge nella Reuters pubblicata sul sito del Nouvel Observateur. Il premier italiano si è "attirato i fulmini" del suo più stretto alleato e del capo dello Stato. "L'episodio segna una nuova tappa delle relazioni sempre più conflittuali tra il capo del governo italiano e Gianfranco Fini".

Il presidente del Consiglio italiano, nota la Reuters, se la prende regolarmente con i giudici da quando la Corte costituzionale l'ha privato in ottobre della sua immunità.

La tensione crescente tra Berlusconi e Fini, aggiunta ai problemi giudiziari del premier, "ha rilanciato il dibattito su possibili elezioni anticipate" che, secondo i commentatori, permetterebbero a Berlusconi di far tacere i suoi detrattori.

Anche il New York Times mette sul suo sito web la Reuters con il titolo: "Berlusconi criticato duramente per il discorso a Bonn sui magistrati". Inoltre, sul sito del Nyt e di altri quotidiani Usa trova spazio un'analisi Ap intitolata: "Ex neofascista è rivale di Berlusconi". Fini, che una volta aveva definito Benito Mussolini il più grande statista del XX secolo, scrive l'Ap, ha fatto una "rimarcabile trasformazione" verso il centro della politica italiana, adottando posizioni liberali che hanno provocato battute in cui viene definito "il miglior leader che l'opposizione di sinistra abbia mai avuto". Tanto che un giornale di destra (Il Giornale, ndr) gli ha dato un ironico epiteto: Compagno Fini.

Fini viene presentato ora come "il peggior nemico" di Berlusconi. Tutto ciò alimenta voci "sulla stabilità del governo" e su una possibile "battaglia di successione". Il passaggio dal neofascismo al conservatorismo è stato "straordinario", secondo l'Ap, anche per un Paese dove i politici "sono quasi altrettanto rapidi nel cambiare campo che nell'inghiottire l'espresso del mattino".

Sono i siti spagnoli a essere colpiti dal riferimento di Berlusconi alle proprie caratteristiche di uomo "super". El Mundo, che mette online un'Afp col titolo: "Napolitano preoccupato per le dure parole di Berlusconi a Bonn", non rinuncia a fare separatamente un titolo che indubbiamente attira: "Berlusconi: "Tutti chiedono dove si trova qualcuno forte con le palle come me"". Il primo ministro italiano "è tornato a farne una delle sue", scrive l'Efe pubblicata sul sito del quotidiano spagnolo. Al congresso del Ppe ha sciorinato "qualche perla". Ha raccontato una barzelletta in cui "non è chiaro se si considera l'uomo più intelligente d'Europa": nell'aereo con quattro persone e tre paracaduti, gli toccherebbe un paracadute come l'uomo più intelligente d'Europa ma in realtà salta giù con lo zaino al posto del paracadute. E allora sarebbe il meno intelligente, azzarda l'Efe. Ma al di là dell'interpretazione, la cosa certa è che ha strappato una risata ai presenti.

"Non è stato l'unico elogio a se stesso", continua l'Efe. Si è qualificato come "super" Primo ministro e ha detto la frase: "Tutti si chiedono: dove si trova uno forte e duro, con le palle come Silvio Berlusconi? ". Una volta ancora, conclude l'articolo, Berlusconi è tornato a mostrarsi con tutta la sua forza a Bonn.

Il titolo di Abc è: "Berlusconi ritiene di avere "un paio di palle" davanti ai leader del Ppe". Le battute sulle "palle" e sulla qualità "super" del premier fanno come da invito alla cronaca politica sull'attacco ai giudici. Sulla "grande agitazione" creata in Italia dalla sfuriata contro la magistratura punta invece un'Efe pubblicata sul sito di El Economista.

11 dicembre 2009

 

 

 

 

Ciampi: sarebbe da valutare se il premier è pienamente padrone di sé

11 dicembre 2009

"Dai nostri archivi"

La campagna elettorale senza fine

Il 25 e la "pacificazione" di Berlusconi: il boomerang del Pd

Alessandro Campi: "No, in questo modo danneggia anche se stesso"

Sul Ciampi-bis Maccanico invita alla prudenza

"Faccio fatica a commentare sortite così inqualificabili, che riflettono tempi molto tristi. Certo, ognuno è responsabile di ciò che dice e che fa e, nel caso di un politico, sta ai cittadini esprimere un giudizio. Ma stavolta ci sarebbe quasi da valutare anche se chi lancia questo genere di accuse sia davvero 'compos sui', vale a dire pienamente padrone di sé". Lo dice l'ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in una intervista al Corriere della Sera, parlando dell'intervento del premier Silvio Berlusconi al congresso del Ppe a Bonn.

"Per quanto mi riguarda - prosegue Ciampi - mi verrebbe voglia di chiedere al premier perché mai venne nel mio studio, il pomeriggio del 3 maggio 2006, accompagnato da Gianni Letta, a implorarmi di accettare il rinnovo del mandato da capo dello Stato? Perché lo fece se mi considerava un uomo di sinistra?".

"C'è da essere scoraggiati - conclude - abbiamo tanti problemi da risolvere eppure dissipiamo le nostre energie in un conflitto permanente. Bisognerebbe che tutti si impegnassero a unire gli italiani. Oggi più che mai per smontare queste nuove mistificazioni ciò che conta è solo raccontare la verità".

11 dicembre 2009

 

 

 

 

 

 

 

 

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